domenica 3 ottobre 2021

Zio Lupo: una fiaba tradizionale non edulcorata per l’accettazione dei sentimenti difficili e lo sviluppo dell’ empatia nei bambini

 


“Zio Lupo” è una fiaba popolare romagnola la cui caratteristica principale è l’assenza del classico lieto fine.

La fiaba, infatti narra la vicenda di una bimba così golosa che chiede a Zio Lupo di prestarle una padella per cucinare le frittelle.

 

Zio Lupo presta la padella a condizione che la bimba gliene offra una parte.

Tuttavia la golosità della bambina è tale che questa mangerà anche la parte del Lupo: “Allora, per riempire la padella, raccolse per strada delle polpette di somaro”.


Zio Lupo, accortosi della truffa, si vendicherà mangiando la bambina:

“- Mamma mamma c’è il lupo!

  • Nasconditi sotto le coperte!

  • Adesso ti mangio! Sono nel focolare!

La bambina si rincantucciò nel letto, tremando come una foglia.

  • Adesso ti mangio! Sono nella stanza!

La bambina trattenne il respiro.

  • Adesso ti mangio! Sono ai piedi del letto! Ahm. che ti mangio! - E se la mangiò.”


 Questo finale particolare, anche se non propriamente felice, può, tuttavia, facilitare nel bambino profondi apprendimenti:

  1. In primis, l’identificazione del bambino con il Lupo permette una sublimazione non solo della propria spinta aggressiva, bensì di tutte le emozioni ad essa correlate: rabbia, gelosia, odio… Pensiamo, ad esempio, alla nascita di un fratellino o sorellina, o ad un litigio tra bimbi, o ancora ad un conflitto familiare… Le emozioni, in tal senso, divengono dicibili, comunicabili, narrabili e digeribili. Grazie ai personaggi, da terrificanti ed estranee, diventano autentiche, perché profondamente vere, reali, quindi umane.

  2. Attraverso la fiaba, quindi, il bambino può dare spazio, in modo saggio, alla propria saggezza organismica (Rogers, 1951), senza censure né biasimi e, allo stesso tempo, apprendere che non tutti i comportamenti possono essere accettati nè permessi: l’accettazione delle emozioni, in altri termini consente al bambino sia di non sentirsi sbagliato sia di comprendere l’importanza di una libertà responsabile, ossia contraddistinta da sani limiti: il bambino apprende, così, l’importanza dell’empatia, dell’incontro “Io - Tu” che può avvenire solo nel momento in cui si rinuncia ad una parte del proprio narcisismo, quest'ultimo ben rappresentato dalla golosità della bambina

  3. Infine, il bambino, da un punto di vista sociale e culturale, apprende che i pregiudizi e gli stereotipi, se non messi in discussione, possono divenire dei veri e propri costrutti rigidi e immodificabili (Rogers, 1951), in quanto mostrano la realtà attraverso una ferrea dicotomia “bianca o nera”: il fatto che il Lupo sia, in fin dei conti la “vittima” dell’inganno, permette al bimbo di interrogarsi sul Bene e Male in termini assai più complessi e, soprattutto, intercambiabili; come a dire: nessuno è totalmente buono o cattivo ma la luce e l’oscurità fanno parte di tutti noi.



Francesca Carubbi
Psicoterapeuta
Autrice
www.psicologafano.com
www.alpesitalia.it

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