"Biancaneve, proprio come la cliente descritta da Rogers, troppo attenta ad essere accettata socialmente, non ha affinato, come ci ricorda Pinkola Estés (1992), la sua capacità di fiutare i pericoli, ossia non è riuscita ad attingere alla suo Locus of Evaluation interno (Rogers, 1951).
La Matrigna, d’altro canto, imprigionata nel suo Specchio, nel suo Narcisismo invidioso e rabbioso, non riesce a vedere l’Altro nella sua Soggettività e irripetibilità.
In tal senso, l’unione di Biancaneve e la Matrigna, consentirebbe alla donna/madre di essere congruentemente flessibile nei suoi aspetti umanamente ambivalenti: la donna/madre sa riconoscere che il lei esiste anche un’Ombra che necessita di essere integrata, affinché la Cura verso l’Altro non diventi sacrificio della propria vitalità e aspirazione, e affinché la propria rabbia, il proprio dolore non si trasformino in cieca invidia e rancore distruttivo, ma in funzionale assertività, autorealizzazione e fonte di rigenerazione personale e strumento di creatività.
Come a dire: “L’incontro di una donna con se stessa è un gioco che comporta seri rischi. È una danza divina […]. Se nell’incontro non c’è il rispetto dovuto, allora un universo distrugge l’altro” (Coelho, 2006, p. 153)."
Francesca Carubbi
www.psicologafano.com
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Riflessioni sul conflitto Donna/Materno in psicoterapia: Biancaneve dei F.lli Grimm in un’ottica Rogersiana
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