giovedì 20 aprile 2017

Fiabe e Terza Età: un incontro tra generazione per integrare il proprio sé.

"Invecchiando, io rivelo il mio carattere, non la mia morte [...]"
James Hillman

L'incontro tra generazioni, nello specifico tra bambini ed anziani, è una realtà conosidata in alcuni Comuni italiani: Case di Riposo hanno aperto le porte all'infanzia, al fine di una proficua trasmissione intergenerazionale, non solo di esperienze, da parte di chi è più maturo, bensì di preziosi contenuti emozionali, che promuovono, attraverso lo scambio di parole, lo sviluppo dell'intersoggettività nei più piccoli (ovvero la capacità di saper mentalizzare lo stato emotivo e cognitivo dell'altro), quindi dell'empatia, risosra fondamentale per la nascita del rispetto, della collaborazione e cooperazione comunitaria (come insegna la Danimarca, dove l'empatia si insegna già nelle scuole primarie). Cosa meglio delle fiabe, allora? La fiaba, grazie al suo linguaggio concreto, semplice e di facile comprensione, aiuta il bambino a comprendere le emozioni, anche quelle più paurose e minacciose, grazie all'identificazione con i Personaggi che le rappresentano e gli permette di apprendere come affrontare, grazie alle proprie competenze cognitive ed emotive (resilienza, capacità comunicativa, contatto autentico con le proprie emozioni e capacità di nominarle, senso di autoefficacia, problem solving...), le varie sfide quotidiane (Zucconi, Howell, 2003). Nello specifico, le fiabe popolari, le filastrocche, le nenie poplari di un passato non troppo remoto, raccontate da chi quelle fiabe le ha vissute e con le quali è cresciuto, consente ai bambini di arricchirsi di una propria storia culturale, delle proprie radici sociali: permette di riconoscersi e di appropriarsi della propria storia e, quindi, della propria identità.
Inoltre, l'incontro permette ai bambini di apprendere l'importanza del valore del rispetto, grazie all'ascolto del "vecchio cantastorie" che rappresenta, non troppo figuralmente, il Saggio, il portatore di relazioni basate non solo sul senso dell'affettività, bensì del limite (senso del limite che diviene imprescindibile nello sviluppo del bambino) e alle  persone anziane di sentirsi protagonisti e proattivi, rafforzando il loro senso di appartenenza sociale e scongiurando la loro solitudine.
Come ci ricorda Abraham Maslow, uno dei capostipiti della Psicologia Umanistica, infatti, tra i bisogni fondamentali dell'Uomo vi sono quelli di Appartenenza e di Realizzazione di sé. Da qui, sappiamo bene come la Terza Età sia un momento delicato di passaggio, di un vero e proprio lutto di aspetti della propria vita: pensionamento, andropausa e menopausa, decadimento cognitivo (fisiologico o derivato da Disturbi Neurocognitivi), mutamenti fisici... Tutti aspetti che ci pongono, inevitabilemente, interrogativi su chi siamo stati, su chi siamo attualmente e su chi saremo in futuro. In tal senso, nonostante la vecchiaia possa sembrare ed essere vissuta come fragile, precaria e stagnante, Erik Erikson ci ricorda come un compito evolutivo dell'anziano sia proprio quello di affermare la propria vita, riconsiderarla con valore (Feil, 1996): "l'integrità della vecchiaia significa saper riconoscere le proprie forze nonostante la debolezza" (ibidem, trad. it. 2013, pag. 41).

venerdì 14 aprile 2017

Studio Daimon - Consulenze educative genitoriali


Presso lo Studio si effettuano consulenze educative genitoriali, riguardanti i seguenti temi:


- Difficoltà emotivo - relazionali del bambino;

- Conflitti familiari, cambiamenti di vita traumatici ed impatto sul bambino;

- Il bambino e la malattia;

- Difficoltà relative alle tappe di sviluppo del bambino;

- Regole e limiti;

- Ascolto attivo (autentico, accettante ed empatico);

- L'utilizzo del gioco e delle fiabe come strumenti facilitanti lo sviluppo del bambino;

- Prevenzione dei comportamenti a rischio - Parent Training  (bullismo, cyberbullismo, rischio di comportamenti di abuso e dipendenza...);

- Disagio adolescenziale.