domenica 3 luglio 2022

La "violenza" nella fiaba come metafora di una "violenta congruenza"

La Bella Addormentata - G. Doré, 1862

 






Talvolta, in Studio, giungono clienti spaventati dalla violenza

con cui hanno scoperto una parte di sé, sino ad allora

sconosciuta ai loro occhi.

Non dobbiamo dimenticare, infatti, che la coerenza interna (Rogers, 1951) non è un qualcosa da estirpare, soprattutto se questa è parossisticamente rigida e inflessibile.

In tal senso, paragono il nostro grado di coerenza interna come ad un’impalcatura, e la congruenza, d'altro canto, al palazzo che sta sotto.

In persone con una struttura resistente al cambiamento oppure profondamente inconsapevoli del proprio grado di disaccordo interno (ibidem), la loro impalcatura se vogliamo utilizzare la metafora di cui sopra, sembra solida ma, a ben guardare, potremmo notare importanti crepature alla sua base che, a causa di un’ipotetica forte sollecitazione, potrebbero mettere alla prova il suo precario equilibrio.

Ecco: in talune occasioni, determinati stressors possono provocare “scossoni” tali all’impalcatura/coerenza da far crollare importanti cardini - o difese  - e, da qui, il palazzo sottostante potrebbe crollare repentinamente.

Come a dire: un trauma, vissuto in modo unico ed irripetibile, potrebbe portare ad una violenta simbolizzazione di contenuti, prima intercettati e subcepiti (ibidem), la cui congruenza, paradossalmente, invece di essere benefica, verrebbe vissuta come una minaccia all’integrazione del sé e dell’identità: un break - down o crollo psicotico.

I clienti, in tal senso, parlano spesso di un “prima e un dopo” esistenziale: prima ero in un modo, poi, all'improvviso, ecco che non mi riconosco più.

Se volessimo, utilizzare, una metafora fiabesca, mi sovviene la “Bella Addormentata” di Perrault e la versione italiana di Basile “Sole, Luna e Talia”, dove la principessa viene risvegliata in modo violento, appunto, perché vittima impotente del principe che la fa sua.

La scena della violenza, infatti, provoca, spesso, reazioni di sconcerto, impotenza, rabbia e dolore: sentimenti, questi, provati dai clienti qui descritti.

Perché, allora, questa fiaba è importante? Perché, la metafora della violenza, nonostante la sua bruttura, riflette empaticamente il sentire doloroso del cliente smarrito: la violenza con cui si sveglia Talia è la medesima di chi si sente gettato troppo violentemente in una realtà ancora non digeribile e non mentalizzabile.


Francesca Carubbi

www.psicologafano.com

www.alpesitalia.it